Pizz e foje
- Tempo di Preparazione: 1h
- Tempo di cottura: 1h
- Tempo Totale: 1h
- Categoria: Tradizione, Zuppe
Ingredienti
- gr. onions
- -500gr. farina di mais
- -acqua bollente q.b.
- -1,5 kg. verdura mista (verza, broccoli, cicoria, bietola)
- -4 sarde o alici sotto sale
- -8 peperoni dolci secchi (detti cruschi)
- -5 cucchiai olio extv.
- -olio q.b. per ungere la teglia
- -sale e peperoncino
Introduzione
- Per preparare la pizza, mettere la farina di mais ed il sale sulla spianatoia, creare la cosiddetta fontana (spostando la farina dal centro verso l’esterno creando un vuoto) e versare nell’incavo qualche cucchiaiata di acqua bollente per volta. Impastare e sbattere l’impasto più volte sulla spianatoia. In una padella versare un filo d’olio, mettere l’impasto e livellarlo con le mani unte d’olio. Poi cuocere fino a che si forma una crosta dorata girandolo ogni tanto. Per le verdure si possono utilizzare verdure spontanee e coltivate come broccoletti, cicoria, verza, bietola, borragine, germogli di papavero, crespigno, tarassaco e tutte le verdure di misticanza disponibili. Lavare le verdure e tagliarle a pezzi e bollire tutto insieme in acqua salata. In una padella mettere insieme olio e peperoni dolci secchi, privati dei semi, e a fuoco moderato rosolare i peperoni da ogni parte fino a farli diventare croccanti, girandoli continuamente, tenendo la padella inclinata per tenerli immersi nel condimento. Questa cottura va fatta con molta attenzione, perché se i peperoni si bruciano diventano amari ed immangiabili. Togliere dall’olio e tenere da parte. Una variante prevede che nello stesso olio fuori dal fuoco si possono aggiungere le acciughe o le sardine, che al calore si spappoleranno. Riporre la padella sul fuoco ed aggiungere il peperoncino e la verdura, saltarla brevemente ed unire la pizza di mais a pezzetti. C’è chi preferisce girare e rigirare, facendo spappolare la pizza nelle verdure e chi preferisce mantenerla separata. Servire la pietanza caldissima con i peperoni cruschi. Un’altra particolarità era l’aggiunta in alcune occasioni solenni di un uovo intero, questo gesto per noi scontato, non lo era per i nostri nonni, i quali utilizzavano le uova come merce di scambio in una economia, la loro, ancora incentrata sul baratto.